Ci piace pensare che sia un presagio fausto il fatto che iniziamo a recensire Supernatural per questa nuova avventura all’indomani di quello che per noi è stato indubitabilmente il miglior episodio (finora) della stagione, Supernatural 10×14: The Executioner’s Song. Innanzitutto un riferimento culturale sul titolo che probabilmente è una citazione di The Executioner’s Song libro scritto da Norman Mailer che fu insignito del premio Pulitzer.
Premettiamo che il nostro giudizio sulla stagione finora era stato positivo senza particolari entusiasmi, siamo ben lontani dai fasti raggiunti dalle stagioni migliori ma si tratta di un prodotto ancora più che dignitoso, un plauso speciale per la stagione e per questo episodio in particolare va a Jensen Ackles che pare invecchi come il buon vino, davvero bravo e convincente.
Le anticipazioni della vigilia parlavano di una stagione incentrata essenzialmente su tre filoni: le questioni personali di Castiel legate anche al suo ospite, come Dean (che a inizio stagione era un demone non dimentichiamolo) avrebbe trattato col Marchio di Caino e infine l’argomento soprannaturale della stagione che sarebbe stata la stregoneria.
Quest’ultimo è stato il più deludente, si è ben presto capito che in questa stagione non avremmo avuto un big bad a caratterizzarla e una trama orizzontale forte se non appunto quella legata a Dean e al Marchio, su Rowena ( e Crowley) torneremo tra poco parlando dell’episodio. Sul lato Castiel: ha avuto il suo paio di episodi, hanno buttato un po’ via il personaggio di Hannah, inoltre prima hanno messo in campo l’odioso, ma interessante sul piano narrativo, Metatron e poi lo hanno fatto sparire di nuovo, insomma direi alti e bassi sul lato angelico.
La parte più interessante, quella che sta sostenendo la stagione, è stata quella delle paturnie di Dean col marchio, usiamo un termine ironico ma non in maniera offensiva, il fatto è che alla vigilia pensavamo di quello si sarebbe trattato, le paturnie di Dean, sarà pure così ma grazie soprattutto a Jensen sono state la cosa migliore della stagione.
Dopo la lunga premessa veniamo finalmente all’episodio, episodio incentrato su Dean e … Cain! Unica nota negativa: che rimpianto per Cain, un gran personaggio, davvero un figo, avrebbero dovuto sfruttarlo di più, ma è una critica alla gestione della stagione, nell’episodio ne abbiamo avuto abbastanza ed è stato un piacere, quindi tutto bene. La trama è abbastanza semplice: Dean e Sam stanno sempre cercando una cura per il marchio mentre Castiel è sulle tracce di Cain perchè pensano sia la traccia più valida per trovare una cura. Cain dal canto suo dopo secoli e secoli di tranquilla pensione è stato risvegliato da Dean (quando lo è andato a cercare e lui gli ha passato il marchio per poter usare la Prima Lama per uccidere Abaddon), e ha deciso di purgare l’umanità dalla macchia che lui stesso vi ha gettato, eliminare tutti i suoi discendenti, calcola approssimativamente che si tratti di un decimo della popolazione del pianeta “ma io ho tempo”. Dean considera sua responsabilità fermarlo anche se questo gli costerà molto, forse perdersi per sempre, visto che non solo deve assecondare il marchio tornando a uccidere ma peggio dovrà impugnare la Prima Lama per farlo, unica arma che può uccidere Cain, persino Castiel si dimostra non all’altezza di affrontarlo. Quindi Dean chiama Crowley che ha in custodia la lama e poco prima del drammatico scontro tra Dean e Cain dopo tanto tempo rivediamo i nostri quattro moschettieri (si fa per dire) insieme.
Dean entra per affrontare Cain da solo lasciando la consegna: qualunque cosa esca dallo scontro fate di tutto per abbatterla.
Come dicevamo Cain è un figo, Jensen è bravissimo, dunque lo scontro incontro tra i due è molto bello, non parliamo della parte azione ovviamente, parliamo di Cain che profetizza che Dean sta rivivendo la sua parabola al contrario, Cain ha iniziato uccidendo suo fratello, Dean ucciderà prima Cain, poi Castiel e infine Sam. Considerato che: 1) le profezie in Supernatural tendono ad avverarsi anche se poi magari si trova una scappatoia la stagione dopo per continuare la serie; 2) che Supernatural è stato confermato per un’undicesima stagione ma non è infinito, prima o poi dovrà finire, e gli autori più volte hanno detto di non aspettarsi un finale alla “e vissero felici e contenti” perchè non avrebbe senso; non c’è da prendere la profezia tanto alla leggera, non pensiamo che succederà mai che Dean ucciderà Sam e nemmeno Castiel se è per questo, ma ci sarà da stare poco allegri.
Dopo aver ucciso Cain, Dean esce lama in pugno ma riesce a controllarsi e la consegna a Castiel, non a Crowley che non ne è felice, ancora meno felice quando Dean gli dice che non l’ha fregato solo su quello ma anche sul fatto che lui fosse sulla lista di Cain, come Dean potesse conoscere la lista di Cain è l’unica nota stonata e piuttosto stupida dell’episodio.
Veniamo a casa Crowley, francamente durante la stagione non ci è piaciuta tutta la sit-com su Crowley e Rowena (la madre più snaturata della storia), per carità usare Crowley anche per il relief comico va benissimo, specialmente con una situazione alla “poco da stare allegri” in casa Winchester e di conseguenza un Dean che non può avere voglia di battute, ma far fare la figura del cretino a Crowley riducendolo a una macchietta che si fa abbindolare da mammina significa un depotenziare il personaggio e sotto-sfruttare l’immenso Mark Sheppard. Inoltre è anche completamente out of character visto che Crowley è diventato Re dell’Inferno non con lo scontro frontale come avrebbe fatto Abaddon, visto che non è mai stato un fighter, ma grazie alla sua astuzia. La svolta di questo episodio ci ha soddisfatto anche sul lato Crowley perchè, intrapresa questa strada che non apprezziamo, almeno ci hanno dato una buona motivazione per farla imboccare a Crowley: quello di Dean dal suo punto di vista è effettivamente un tradimento, le parole di Rowena sul fatto che i Winchester gli facessero fare la figura del cretino si sono rivelate vere e devono bruciare come l’inferno. Ora se Crowley sarà stupido e si farà fregare dalla madre ci sarà la scusa che il colpo è stato pesante ed è normale si appoggi a chi ha vicino, pure se sa che è una serpe in seno.
Due menzioni finali: la prima per la cosa più divertente dell’episodio Dean che nei contatti del cellulare di Crowley (ma all’inferno c’è campo?) è registrato come Not Moose; la seconda per la bella scena finale al rifugio dei Men of Letters che da un po’ di tempo è la casa dei Winchester, Sam e Dean che si mentono per troppo amore fraterno, con Dean che fa finta che l’impugnare la lama non abbia avuto grosse conseguenze e Sam che fa finta di crederci, ma quando Dean esce dalla stanza un preoccupatissimo Sam dice a Castiel che gli chiede delle condizioni del fratello “Cass… Dean è nei guai”, dimostrazione che legge nel fratello come un libro aperto.